Il 6 aprile 1933, la Deutsche Studentenschaft (Associazione degli studenti tedeschi) annunciò attraverso comunicati e articoli, diffusi anche via radio, i Bücherverbrennungen ovvero “i roghi di libri”. L’operazione sarebbe dovuta servire a far “pulizia” (Säuberung) della cultura tedesca, usando il fuoco.
L’8 aprile l’associazione studentesca elaborò le 12 tesi, in cui affermò il bisogno di una propria cultura non “infettata” da quella di altre popolazioni e il 10 maggio 1933, gli studenti bruciarono più di 25.000 libri di autori “non tedeschi”.
Quella notte, nell’ Opernplatz di Berlino, circa 40.000 persone si riunirono per ascoltare Joseph Goebbels affermare che i roghi erano un ottimo modo “per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato”, mentre secoli di cultura bruciavano in un enorme falò.
Il rogo di libri di Berlino e le 12 tesi
di GenioChiara
Quelle che riporto oggi sono le 12 tesi redatte dall’Associazione Nazionale Socialista degli Studenti Universitari Tedeschi, motivo per cui avvenne il rogo di libri di Berlino del 10 maggio 1933. Parliamo di oltre 25.000 titoli e 131 autori. Eccole, per riflettere un attimo su quanto l’Uomo possa essere un animale crudele:
La lingua e la scrittura sono radicate nel popolo. Il popolo tedesco porta la responsabilità di far si che la sua lingua e la sua scrittura siano l’espressione pura e non adulterata del suo esser-popolo.
Oggi la contraddizione tra scrittura e l’essere-popolo tedesco è diventata palese. Questa situazione è una vergogna!
E’ da te che dipende la purezza della lingua e dello scritto. Il tuo popolo ti ha affidato la lingua affinché tu la conservi fedelmente.
Il nostro antagonista più pericoloso è l’ebreo, e colui che lo serve.
L’ebreo non può pensare che in modo ebreo. Se scrive in tedesco, mente. Il tedesco che scrive in tedesco ma pensa in ebreo è un traditore. Inoltre lo studente che parla e scrive in modo non tedesco è sconsiderato e diventa infedele al suo compito.
Noi vogliamo estirpare la menzogna, vogliamo stigmatizzare il tradimento; non vogliamo per lo studente luoghi di assenza del pensiero, ma di disciplina e di educazione politica.
Per questo noi vogliamo proscrivere l’ebreo in quanto straniero e vogliamo assumere seriamente l’essere-popolo. Per questo noi esigiamo dalla censura che le opere ebree appaiano in lingua ebraica. Se vengono pubblicate in tedesco devono essere segnalate come traduzioni. Inoltre vanno presi severi provvedimenti contro il cattivo uso della scrittura tedesca. La scrittura tedesca è ormai disponibile per i Tedeschi. Lo spirito non tedesco deve essere eliminato dalle Biblioteche pubbliche.
Noi esigiamo dallo studente tedesco che abbia la volontà e la capacità di conoscere e di decidere in modo autonomo
Noi esigiamo dallo studente tedesco che abbia la volontà e la capacità di mantenere pura la lingua tedesca.
Noi esigiamo dallo studente tedesco che abbia la volontà e la capacità di superare l’intellettualismo ebreo e i segni connessi di decadenza liberale nella vita spirituale tedesca.
Noi esigiamo la selezione degli studenti e dei professori in funzione della loro assicurazione a che pensino secondo lo spirito tedesco.
Noi esigiamo che l’Università tedesca sia il baluardo dell’esser-popolo tedesco e il terreno di battaglia intriso della forza dello spirito tedesco.
Heinrich Heine, uno degli autori al rogo, disse: «E’ stato solo un preludio. Là, dove si bruciano i libri, si finisce col bruciare anche gli uomini».
Ci sono poche parole per commentare ma è storia, e la storia va condivisa.
Eugenio Chiara per https://geniochiara.wordpress.com/2015/07/31/il-rogo-di-libri-di-berlino-e-le-12-tesi