Il “pasticciaccio-Muos” ci ha costretto in questi anni a vederne davvero delle belle.
Fin dal 2009 gli attivisti hanno sopportato oneri di tutti i tipi: dalle denunce sporte e subite, alle azioni di forza da parte di Polizia e Carabinieri; per non parlare, poi, degli “oneri” in termini di tempo, denaro e quant’altro, sostenuti dagli stessi attivisti, dai legali e dagli scienziati che hanno sempre operato in questi anni, a titolo gratuito.
Da quando però il Giudizio amministrativo ha intrapreso il percorso altalenante che conosciamo, sono stati richiesti ai No Muos sforzi economici notevoli per coprire le spese legali. E’ per questo che una delle associazioni – il Movimento No Muos Sicilia – è stata costretta a ricorrere ad una raccolta fondi, tutt’ora in corso.
Due sere fa, organizzata dagli attivisti del Comitato No Muos di Vittoria e dell’associazione No Muos Sicilia, con l’ausilio del comitato “Mamme No Muos Sicilia” di Niscemi e del Comitato di Chiaramonte Gulfi, si è svolta a Comiso una serata “dedicata”, che ha visto la partecipazione di circa 80 persone, fra queste: rappresentanti di associazioni locali (UNITRE-Comiso e INTERACT-Giovani di Vittoria), tantissimi attivisti di diversi Comitati No Muos ed un paio di sindaci: Giuseppe Nicosia, sindaco di Vittoria e Vito Fornaro, di Chiaramonte Gulfi.
Gli interventi sono stati precisi e puntuali. Coordinati da Rino Strano, consulente scientifico del Movimento No Muos Sicilia, sono intervenuti Gaetano Impoco (presidente dell’ ass. No Muos Sicilia), Concetta Gualato (portavoce delle Mamme No Muos Sicilia”) e l’avvocato Claudia Virgadavola che ha gentilmente raccolto la “staffetta” affidatale dalla preziosa Rossella Zizza. Il nuovo, preparatissimo legale ha informato i presenti su quanto è avvenuto e sta avvenendo in seno al CGA, riguardo alla faccenda MUOS.
Un momento, per alcuni dei presenti, particolarmente emozionante si è avuto quando ha preso la parola Tiziana Bellassai. L’attrice ha letto un documento, un racconto, scritto da un’ attivista. Il testo si riferisce ad un episodio accaduto nella notte fra i giorni 10 e 11 gennaio del 2013, la notte che diede un duro colpo alla “r-esistenza” degli attivisti: la notte dell’ingresso alla base di c.da Ulmo della grande gru. Vogliamo riportarne di seguito il testo, così com’ è stato letto.
“10 gennaio 2013 ore 23.45
Siamo un bel gruppetto gli attivisti collegati via Skype, questa notte, ci sentiamo quasi tutte le sere per concordare le cose da fare: Laura, Maurizio, Guglielmo, Rino, Gaetano ed altri. Chiacchieriamo simpaticamente e pianifichiamo quelli che saranno i turni al presidio di Terrana e a quello di Maida.
Da Novembre siamo tutti sul piede di guerra da quando, cioè, la ditta Comina ha chiesto il permesso al sindaco La Rosa di poter attraversare il paese con mezzi pesanti. Sono i mezzi che porteranno al “cantiere Muos”, all’interno della base, la grande gru che servirà ad innalzare e posizionare quelle tre maledette parabole. Il sindaco ha vietato l’attraversamento del centro abitato ma gli accessi alla base sono innumerevoli ed il convoglio potrebbe arrivare attraverso uno qualsiasi di questi e senza bisogno di attraversare il paese.
Immediatamente dopo la riunione al “Salone degli specchi” di Vittoria, durante la quale La Rosa ha letto il documento della Comina, i ragazzi del Coordinamento hanno aperto un presidio nei pressi del cancello principale della base, il prof. Maida ne ha organizzato un altro più a monte, nei pressi dell”abbeveratoio”. Noi, di quella che dopo qualche giorno diventerà ufficialmente l’associazione No Muos Sicilia e i Comitati di Vittoria e Acate, ne organizziamo uno all’ingresso di uno dei sentieri che da Terrana portano alla base. E’ un novembre freddo e le notti da passare nei presidi sono davvero lunghe.
Quello di Peppe Maida è una sorta di punto di incontro e di passaggio in cui convergono anche cittadini, mamme e anziani di Niscemi.
Ci si comincia a conoscere un po’ tutti. Si sta insieme la sera, intorno al fuoco che viene acceso già nel tardo pomeriggio, un bicchiere di vino per tenersi caldi e si cerca di trascorrere la notte nel migliore dei modi.
Anche a Terrana è così: non vi è luce, la strada è solitaria e di rado vedi passare auto che da Acate vanno a Niscemi per quella provinciale; spesso ci siamo solo donne e sul far della sera, i brividi crescono e non sono sempre provocati dal freddo..
Noi facciamo la spola fra il presidio di Maida e la nostra tenda, messaci a disposizione dal Comune, ma in realtà siamo continuamente in giro a cercare fra i boschi altri possibili accessi alla base e con Gaetano, Carlo e Ottavio, ne troviamo una miriade.
Agli inizi di dicembre, il nostro gruppo occupa la Sala Consiliare del Comune di Niscemi.
Restiamo in quell’aula fino ai primi di gennaio, fino a quando cioè non ci vengono consegnati i documenti che avevamo richiesto. Ma le nostre forze sono davvero ridotte all’osso: turni al Municipio, turni ai presìdi, io dimentico l’indirizzo di casa mia e mia figlia di avere una madre, ma va bene così!
Passano i giorni ma l’allerta non cessa: sentinelle improvvisate, vigilano sulla SS 417 Catania-Gela e cominciano i blocchi stradali davanti all’ingresso della base, operati dai ragazzi del Coordinamento, lo stesso Maida un paio di volte, da solo, impedisce l’accesso di grossi camion alla base.
Gli avvistamenti di grossi mezzi in transito da Catania verso Caltagirone mettono in allarme tutti e quando arriva una segnalazione, ci muoviamo anche se si tratta di “falsi allarmi”:.. insomma la tensione è altissima e più trascorre il tempo, più cresce.
Arriviamo così alla notte del 10 gennaio.
Io sono a casa, a Catania, mia figlia già dorme ed io come spesso faccio di notte, sono al pc, parlo con i ragazzi. Chiacchieriamo, scherziamo un po’, si è creato un bel feeling fra noi e scherzare un po’ allenta la tensione.
E’ appena trascorsa l’una del mattino, quando Laura sparisce dalla conversazione per alcuni minuti. Torna ma la sua voce, sempre sorridente, è agitata: “ragazzi ci siamo, stanno arrivando! ” aspettiamo due minuti esatti, arriva la conferma!
Io vado in fibrillazione, provo a svegliare mia figlia e dico “amore sto andando, è arrivata, la grande gru è arrivata” ma lei non mi sente, le lascio un biglietto sul comodino, indosso la mia felpa ed esco.. non ho preso il giaccone e la notte è fredda, ma io non me ne accorgo.
E’ lunga la strada che da Catania porta a Niscemi, è una strada a scorrimento veloce ma a quell’ora del mattino non passa nessuno… porca miseria sono senza benzina. Mi fermo ad un distributore ovviamente guasto, mi fermo al successivo.
Il contachilometri della mia macchina tocca i 140. Sono 91,8 km da Catania a Niscemi, di solito impiego un’ora e mezza per arrivare in paese, ma stanotte no: quaranta minuti dopo, sono già ai piedi di quella che io chiamo la “grande collina” su cui sorge Niscemi.
Provo a mettermi in contatto con Guglielmo e Maurizio, loro sono a Terrana, hanno raggiunto il convoglio. Si sono proprio loro, la grande gru ed altri mezzi, tutti scortati da una quantità indefinita di mezzi delle forze dell’ordine!
Guglielmo mi spiega come fare ad arrivare, ma la linea si interrompe. Entro in paese.
Una Niscemi deserta è quella che mi spalanca le braccia con le sue luci fioche, silenziosa come altre volte ho visto, ma stanotte si respira un’aria diversa, strana. Nessun mezzo della Polizia in giro ed un silenzio gelido, ovattato, e assoluto, le strade sono bagnate e inesorabilmente “vuote”.
Attraverso il paese e dirigo alla base: al presidio di Maida o in quello del Coordinamento, troverò sicuramente qualcuno. Esco dal paese, il buio è fitto. Dovrei già essere al presidio di Maida, vado pianissimo quando in quel b
uio totale vedo, illuminata dai fari della mia macchina, la paletta tonda dell’ ALT della Polizia. Mi fermo e sono circondata!
Intorno a me un brulicare frenetico di ombre scure che quasi si confondono col buio della notte, un posto di blocco, apro il mio finestrino e li vedo bene, non so quanti siano ma sono tanti e tutti in tenuta antisommossa. Un poliziotto bussa all’altro finestrino, lo apro e lui mi dice affacciandosi dentro la macchina: “Lei dove sta andando?” Io sorrido, lo guardo e gli dico: “ragazzi non fate così perchè mi spaventate”, loro ridono. Sicuramente si sentono forti ma io non ho paura e replico: “vengo da Catania, sto cercando i miei amici, cosa ne avete fatto del presidio che dovrebbe stare qui?”
Il poliziotto dal mio finestrino mi dice, “sta sempre qui ma lei non può passare, i suoi amici sono dall’altra parte, li hanno visti alla prima rotonda” ed io rispondo: “non scherzi, sto venendo da li e non c’è nessuno”. La voce di un altro “spiritosone” mi dice, “se ha tutta questa voglia di presidiare, signora, venga qui, presìdi con me!”
Io mi arrabbio, fingo di sorridere e dico forte al suo indirizzo: “grazie agente ma preferisco i miei amici, sono più belli, più giovani e vestono di chiaro. Buonanotte!” Ridono tutti.
Io inverto il senso di marcia e torno in paese, sono le 3.45. Tutto è già compiuto!”