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Immagine del redattoreDaniela Giuffrida

RIACE – ARRESTATO IL SINDACO MIMMO LUCANO

Di Daniela Giuffrida

La Guardia di Finanza ha arrestato e posto agli arresti domiciliari il sindaco di Riace, Domenico Lucano, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di illeciti nel fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. (ANSA)

E’ questo il secondo atto della guerra-polemica scoppiata fra il Ministro dell’Interno Salvini e il sindaco di Riace Mimmo Lucano, polemica che ha visto il suo momento più eccelso nelle allegre dichiarazioni-shock del ministro (“Mimmo Lucano è zero”) – espresse in un video “virale” che lo scorso giugno ha imperversato sui social – sul continuo impegno di un sindaco pacifico e semplice che ha cercato di salvare il suo paese dalla “desertificazione umana” cui da anni stava andando incontro il piccolo centro della Locride.

Certo sarebbe stato più opportuno tale accanimento se rivolto al mondo della ‘ndrangheta, che sappiamo bene come “infesti” quella zona della Calabria ma probabilmente, per Salvini, Mimmo Lucano è più pericoloso di un boss mafioso: è indubbio infatti che questo signore e il suo “modello” rappresentano un pericolo per una carriera politica basata, in massima parte, sull’odio verso i migranti.

Ma non è solo l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti, quella rivolta contro Lucano: egli, insieme con la compagna Tesfahun Lemlem, avrebbe brigato per organizzare “matrimoni di convenienza” tra cittadini riacesi e donne straniere, così da permettere la permanenza di queste ultime in Italia.

Certo, questi eventi disdicevoli, potrebbero provocare l’imbastardimento della nostra preziosa “razzitaliana” (SIC!!!), sembra che il Vico avesse davvero ragione a proposito dei corsi e ricorsi storici.

Ma cos’è il modello Riace?

Si tratta di un progetto immaginato, studiato e quindi realizzato da Mimmo Lucano, primo cittadino di Riace da tre mandati consecutivi. L’idea iniziale nacque diversi anni fa quando questi vide arrivare in paese un gruppetto di curdi appena sbarcati e decise di ospitarli in quel paese che da tempo viveva una sorta di “desertificazione” umana dovuta all’emigrazione dei suoi abitanti.

Era all’nizio della sua carriera di sindaco, Mimmo Lucano, ma l’idea di aiutare i più poveri permettendo loro di salvare Riace prese sempre più consistenza, così egli decise di chiedere ai proprietari delle case abbandonate del piccolo centro, di poter restaurare i loro immobili per destinarli 

ad uso abitativo e turistico: questi accettarono ed egli vi fece sistemare all’interno i rifugiati, assicurando loro vitto e alloggio gratuito, inclusa l’elettricità. Unica richiesta rivolta ai rifugiati: che imparassero l’italiano e lavorassero, così le donne si dedicarono all’artigianato e gli uomini furono impiegati in lavori di ristrutturazione di immobili che, successivamente, sarebbero stati affittati ai turisti.

Da allora il modello Riace, ovvero della “accoglienza diffusa” (migranti ospitati in appartamenti indipendenti che vivono e lavorano in perfetta sinergia con gli abitanti del luogo) ha assunto sempre più consistenza e importanza e altri piccoli comuni si sono uniformati al “modello Riace” realizzandolo anch’essi. I risultati ottenuti hanno decretato il successo della iniziativa del sindaco riacese e hanno fatto sì che la rivista economica “Fortune” inserisse, nel 2016, il sindaco Lucano tra i 50 leader più influenti al mondo.

Tutto bene, dunque, ma dal dicembre 2016 i fondi destinati all’accoglienza vengono congelati e tutto va in standby: una commissione ispettiva della Prefettura di Reggio Calabria riscontra delle anomalie nei documenti finanziari dell’Amministrazione comunale. Nel 2017 altre ispezioni restituiscono altra verità e i commissari nella relazione finale dicono come “debba essere corrisposto immediatamente un acconto sul complessivo” dovuto: ma da allora i fondi non sono stati erogati. (AGI)”

Più volte Lucano ha chiesto la diffusione della relazione finale ma la Prefettura sembra l’abbia resa pubblica soltanto a febbraio 2018, dopo una denuncia presentata alla Procura di Reggio Calabria.

Oggi, gli arresti domiciliari per il sindaco Lucano e a noi non resta che chiederci se si tratti davvero di un “arresto” dovuto o semplicemente di una sporca mossa politica.

Chi vivrà…

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