di Daniela Giuffrida
“Io sono, Noi siamo. È abbastanza. Ora dobbiamo cominciare. La vita è nelle nostre mani. Barcolla insensatamente, ma noi stiamo fermi e vogliamo diventare il suo pugno e le sue mete. “Così scriveva Ernst Bloch nel suo “Spirito dell’utopia” un classico del pensiero filosofico contemporaneo.
C’è chi crede che l’utopia sia roba da intellettuali, da uomini di cultura che vivono una vita diversa da quella dei comuni mortali, in un mondo lontano e ovattato, c’è chi invece è convinto della sua realizzabilità; chi crede che amministrare nella legalità e per il bene comune, debba essere pratica quotidiana di tutti gli amministratori onesti: una “utopia realizzabile”.
Molti di noi hanno conosciuto Renato Accorinti personalmente. Io ho avuto l’onore e il privilegio di intervistarlo
durante una “Notte Bianca” a Messina. Non si trattò di una vera intervista ma di una lunga chiacchierata come accade, a volte, fra vecchi amici. Ricordo perfettamente la sua emozione nel parlare della sua città, del suo progetto per migliorarla e per renderla vivibile anche ai più poveri e il suo discorrere di utopia come di un qualcosa di realizzabile se perseguita con la collaborazione e la pazienza di tutti i cittadini. Ricordo di aver pensato che anch’io avrei voluto un sindaco come lui per la mia città e, per quanto fosse un po’ troppo anticonformista e un po’ troppo idealista, ricordo di aver pensato, lasciandolo ai suoi concittadini che avevano riempito palazzo Zanca, che in un mondo i cui il conformismo regna sovrano e le utopie non riescono a materializzarsi, quel sindaco avrebbe avuto un gran bel daffare.
“C’era da aspettarselo. – Scrive Azione Civile in un comunicato inviatoci che pubblichiamo integralmente – Un sindaco eletto a furor di popolo, fuori dai partiti, fuori dai palazzi del potere, un pacifista in sandali anche in pieno inverno. Uno che parla alle coscienze, uno che si presenta alle manifestazioni in maglietta “Free Tibet” e apre la bandiera della pace e “medita” prima di parlare, un cane sciolto “NO Ponte” ed altro ancora. Poteva uno così non essere oggetto di ritorsioni basse e volgari da parte di quei personaggi della più squallida politica che prima di lui hanno gestito a proprio uso e consumo la città di Messina ?
In tre anni di amministrazione, Accorinti ha conosciuto sconfitte e vittorie. É lungo l’elenco di ciò che ha fatto. In un percorso improntato alla legalità, è riuscito a mettere ordine nelle casse del Comune, ha stabilizzato i precari dell’azienda trasporti del Comune, ha ridotto i costi della politica, sta lavorando per la definizione del Paes (Piano d´Azione Energia Sostenibile) e molto altro ancora.
Ci chiediamo se Renato, (così vuole essere chiamato) abbia commesso degli errori. Probabilmente sì, li ha commessi, ma per inesperienza, non per disonestà. Infatti, quella nessuno può contestargliela.
Oggi, Renato si trova ad affrontare una mozione di sfiducia preparata con modalità alquanto approssimative e ai limiti della legalità, firmata da consiglieri indagati per “gettonopoli” che vogliono il ritorno alla peggior politica, in un consiglio comunale caratterizzato per assenteismo. Tutte le forze del passato che era riuscito a sconfiggere si stanno coalizzando contro di lui.
Ma non sarà che si vuol mettere le mani sui fondi intercettati dalla sua amministrazione, 300 milioni di euro, dei programmi di finanziamento quali Masterplan, Pon metro, Bando periferie e porto di Tremestieri ?
Il dubbio è forte e legittimo. Per questo Azione Civile ed il suo Presidente, Antonio Ingroia, si schierano con Renato, con la cittadinanza che domani sarà in piazza a difendere il suo primo cittadino democraticamente eletto che ha reso possibile un sogno in una città in odor di mafia, il sogno di un “visionario” che vuole realizzare un’utopia, amministrare nella legalità e per il bene comune, che “utopia” non dovrebbero essere, ma pratica quotidiana di tutti gli amministratori onesti.”
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*Immagine in evidenza di Mauro Biani che ringraziamo
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